Presso Index Exchange, da tempo sosteniamo la causa dei publisher legittimi e dei giornalisti dedicati che informano, coinvolgono e sono d’ispirazione per il mondo.
In qualità di amministratori dell’open web, della libertà e dell’accesso illimitato alla conoscenza che questo fornisce, abbiamo il dovere fondamentale di servire tali publisher, garantendo la loro sopravvivenza e prosperità in uno scenario sempre più competitivo.
Questo è il motivo per cui vietiamo inequivocabilmente i siti made-for-advertising (MFA) sul nostro ad exchange. I siti MFA, progettati esclusivamente per catturare entrate pubblicitarie tramite un minimo sforzo e contenuti di bassa qualità, minano le fondamenta del programmatic advertising e dell’industria editoriale.
Eliminare i siti MFA
Negli ultimi due anni, abbiamo intrapreso un rigoroso audit del nostro ad exchange. Abbiamo esaminato ogni dominio, tagliando di netto i legami con i publisher che non soddisfano i nostri standard di qualità e legittimità.
Non si è trattato di un’impresa da poco, bensì di un passo necessario per aumentare l’efficienza, dare priorità agli sforzi di sostenibilità, e sostenere l’integrità dell’ecosistema del programmatic advertising.
L’eliminazione dei siti MFA è un obiettivo in costante movimento. Continuiamo ad adottare un approccio proattivo nel controllo del nostro ad exchange e concentriamo la nostra attenzione su inventory non curate o di bassa qualità, che hanno un elevato rapporto tra densità di annunci e contenuti e che registrano alti livelli di traffico pubblicitario sui social o display, per citare alcuni criteri. E quando troviamo siti MFA, interveniamo per rimuoverli.
Poiché attualmente non esiste una definizione universale per gli MFA, è difficile avere un approccio definitivo per eliminarli. Ecco il motivo per il quale non solo controlliamo i siti rispetto alle liste di esclusione del settore, ma impieghiamo anche un approccio di controllo umano con audit periodici per valutare le pubblicazioni rispetto alle nostre norme e ai nostri standard, nonché per monitorare eventuali modifiche alla qualità del dominio.
In tal modo garantiamo che i siti non vengano classificati in modo errato. Sebbene la maggior parte dei siti MFA siano facilmente riconoscibili, comprendiamo che alcune società di media potrebbero essere erroneamente classificate come MFA, motivo per cui offriamo una procedura di appello per qualsiasi publisher che ritenga di aver ricevuto una classificazione sbagliata.
Sostenere l’integrità dell’ecosistema del programmatic advertising
I nostri sforzi per rimuovere i siti MFA vanno oltre la compliance: sono una dichiarazione dei nostri valori e della nostra visione di efficienza totale del mercato. La trasparenza e la qualità dell’inventory sono motivi di orgoglio per Index Exchange e parte delle fondamenta del modo in cui abbiamo costruito la nostra attività.
Per mantenere la fiducia, l’integrità e l’efficienza nella supply chain del programmatic advertising, dobbiamo unirci come settore ed eliminare del tutto gli MFA.
Riteniamo che questo inizi dal lato supply: i siti MFA semplicemente non appartengono agli ad exchange. I marketer dovrebbero aver la certezza che i loro investimenti monetari supportino i publisher legittimi e forniscano un valore reale.
Per saperne di più su come possiamo risolvere definitivamente la sfida degli MFA lungo l’intera supply chain del programmatic advertising, guarda questa intervista di Digiday (contenuto in inglese) al nostro Presidente e CEO di Index Exchange Andrew Casale.
Accogliamo sempre con favore l’opportunità di rivedere i dati e gli standard di settore su questo argomento per promuovere un ecosistema più trasparente. Per favore contattaci se desideri collaborare e unirti alla conversazione.
Scopri di più sul nostro approccio alla qualità dell’exchange presso Index Exchange.
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